La passione che caratterizzò l’intera esistenza di Antonio Bertoloni e che lo portò realizzare una delle più importanti raccolte di exsiccata italiane, l’Hortus Siccus Florae Italicae, fu quella per l’erborizzazione.
Quando nel 1816, grazie a Gaetano Savi, Professore di Botanica a Pisa e caro amico Giuseppe Raddi, fu chiamato a ricoprire la cattedra di Botanica nell’Università di Bologna, si dedicò interamente all’insegnamento, alla ricerca e alla cura dell’Orto Botanico, e poté finalmente impegnarsi a fondo nell’impresa che aveva progettato fin dagli anni di studio a Pavia: la pubblicazione della prima Flora italiana, l’opera per la quale è giustamente famoso.
Durante il grande lavoro di di studio, ricerca e raccolta dati per questa grande opera, continuò a mettere insieme campioni essiccati per l’altra sua importante raccolta d’erbario: l’Hortus Siccus Exoticus. Contenente più di 10.000 exsiccata provenienti da tutto il mondo, è una delle collezioni più preziose conservate presso l’Erbario dell’Università di Bologna.
Giuseppe Raddi fu uno dei più proficui collaboratori di Bertoloni inviando, a colui che evidentemente riteneva un amico e un maestro, più di 200 esemplari molti dei quali rappresentavano nuove specie mai descritte. La stima di Raddi nei confronti di Bertoloni si concretizzò nella dedica del genere Bertolonia appartenente alla famiglia delle Melastomataceae. L’Erbario di Bologna sta portando avanti il censimento e la digitalizzazione di tutti i campioni Raddiani.